La durata del QRS non è in grado di predire la risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca


La durata del complesso QRS non è un valido criterio per la selezione dei pazienti con insufficienza cardiaca, che hanno una maggiore probabilità di una risposta alla terapia di resincronizzazione cardiaca ( CRT ).

Ricercatori della Leiden University Medical Center in Olanda, hanno valutato 242 pazienti con scompenso cardiaco, a cui era stato impiantato un dispositivo CRT.

E’ stato valutato lo stato clinico e la durata del QRS, prima dell’impianto del dispositivo per la terapia di resincronizzazione cardiaca e a 6 mesi, ed è stata eseguita un’ecocardiografia bidimensionale per valutare il volume del ventricolo sinistro e la frazione d’eiezione ventricolare sinistra.

E’ stato osservato che il 68% dei pazienti presentava significativi miglioramenti nei parametri clinici ( miglioramento della classe NYHA maggiore o uguale a 1 ), ed il 60% nei parametri ecocardiografici ( riduzione maggiore del 10% del volume telesistolico ventricolare sinistro ).

Tuttavia, il 32-40% dei pazienti non ha presentato miglioramenti o è morto.

Non è stata riscontrata nessuna significativa correlazione tra durata del QRS al basale e la risposta clinica o i parametri ecocardiografici.

Secondo gli Autori, la durata del QRS al basale non è predittiva di risposta clinica ed ecocardiografica alla terapia di resincronizzazione cardiaca nei pazienti con insufficienza cardiaca. ( Xagena2007 )

Fonte: American Journal of Cardiology, 2007


Cardio2007


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